
All’inizio, se si hanno risultati deludenti puo’ essere frustrante e si arriva a queste conclusioni … ah.. non ne sono capace… non ho tutto sto tempo…alla fine una foto è sempre una foto……. Mai fermarsi davanti a un ostacolo perché dopo le prime “prove” il resto viene in automatico e più si avranno bei risultati, più si cercherà di realizzare scatti migliori.
Non dimentichiamo che abbiamo piante in vaso

Come primo “attrezzo” il cavalletto è il principe degli scatti in “studio” poichè ti permette di scegliere con cura l’inquadratura della pianta senza tagliare dettagli importanti quali petali o spine o fotografare parti…”buie”cioè che nulla di meglio apportano all’immagine finale.
Poi…bisogna preparare il soggetto, proprio come si fa per una modella in uno studio pubblicitario.
Spesso si vedono delle belle foto ma con vasi pieni di polvere o macchie che inducono l’occhio alla distrazione , di fatto facendo perdere alla pianta quel fascino iniziale.Questi elementi di disturbo possono essere rimossi facilmente con un pennello o una vecchia pelle daino inumidita.Sembra banale questo suggerimento ma non lo è… anzi!!
Fatto cio’ bisogna iniziare a “pensare”

Secondo attrezzo: L’obiettivo: macro o non macro.
Certamente un obiettivo macro fa la differenza quando si devono fotografare oggetti molto piccoli ma per altri soggetti qualsiasi obiettivo puo’ andar bene poiché non necessariamente ci si deve avvicinare tantissimo per avere una foto migliore, anzi… spesso è meglio allontanarci di alcuni centimetri per avere una migliore resa del soggetto.
La scelta dello sfondo

Fatto cio’ si inizia una fase di.. meditazione


Uno scatto mal riuscito difficilmente puo’ essere recuperato tramite software di post-produzione
Nelle piante in vaso basta girarle o inclinarle per capire qual è il lato migliore, in quelle inamovibili ci muoviamo noi.Basta effettuare qualche scatto in più da una diversa angolazione e avere un risultato completamente diverso, poi analizzandole davanti a uno schermo, scegliamo la migliore.
Sembra che tutto cio’ richieda molto tempo ma è solo una questione di pratica, poi ce ne vorrà meno di quel che si immagina.Un piccolo appunto: è consigliabile non inquadrare al limite del mirino o display che sia, poiché per via della copertura non sempre reale,è possibile che qualche parte del soggetto venga tagliata, dettaglio questo che si vedrà quando si andrà a visualizzarla al pc….Dimenticavo… non sempre,condividere 5-6 foto della stessa pianta cattura maggiormente l’attenzione degli altri, a mio parere ne basta una al massimo due che descrivano tutto in pochi clic, salvo che si faccio uno specifico e dettagliato "reportage" su quella pianta

Questa immagine purchè buona, appiattisce il soggetto facendo perdere la sua tridimensionalità
basta cambiare il punto di ripresa per ottenere un effetto migliore
questa Euphorbia da l'idea della sua forma complessiva ma trasmette poco o nulla
mentre ripresa nei dettagli riesce a dare il meglio di se, semplicemente stringendo l'inquadratura
questa epithelantha,"sfumando" anche parzialmente gli altri elementi che avrebbero influito negativamente sulla visione totale,
riesce ad evidenziare le sue caratteristiche pur non essendo in fiore
la Sigginsia,interessante nella sua interezza
ma da vicino lo è ancora di più
in sequenza la stessa pianta con 3 diverse inquadratura
fiore
gran fiore ma si vede solo quello senza dare l'idea della forma del fusto come questa sotto invece che ritengo migliore
mentre entrando nei dettagli, si possono effettuare quei tagli senza per questo eliminare l'interesse dal soggetto
Spero di aver suscitato l'interesse di qualcuno in modo che questo articolo sia di stimolo per le prossime fioriture 2011!
Buone Foto!!