Prendo spunto da un post di Note di coltivazione, “porta innesto morto”, poiché ciò che riguarda l’argomento è la possibilità di radicazione di un soggetto amputato dal tutore che lo sostiene o quello di una talea da portare a sviluppo autonomo.
Come si può ben comprendere, è difficile per un appassionato di soggetti teratopici come il sottoscritto acquistare sul mercato piante franche di quel tipo e per la loro rarità o anche per i costi molto elevati. Cosa invece non proibitiva è invece di reperirli innestati anche se questa soluzione, detto con molta franchezza, è un’escamotage che non trova molti del tutto soddisfatti. Come fare quindi? La soluzione, anche se può apparire difficile e traumatica è quella dell’affrancamento e può diventare positiva se si acquisisce una giusta tecnica di radicazione e questa formula, sia pur con aggiustamenti soggettivi, rimane leggibile nei suggerimenti forniti dalla risposta data da Marco.
In una delle ultime foto, ho riunito 9 piante, evidenziate con un bastoncino per non perderle di vista tra le altre, acquistate o di miei innesti di piccole talee per ottenere una miglior crescita, che presto renderò franche rendendole orfane dei loro tutori o portainnesti.
Sarà necessario, per un buon successo, che i nuovi soggetti abbiano una base piatta e non arcuata (ciò per evitare crescite ad arco, insediamento di insetti o ristagni umidi) e alcune di esse si presentano già in questa condizione mentre per altre dovrà lavorare di bisturi. Sarà egualmente divertente!